Megavideo e Megaupload chiusi, i gestori arrestati, FBI mette i puntini sulle i

Si, questi siti rappresentavano una fonte di FILE SHARING ma non erano l’unico archivio. Internet e’ nata per scambiare informazioni.
Youtube attualmente ha un immenso archivio video, non tutti le pubblicazioni sono LEGALI.
Rapid share, fileserve, e decine di altri siti web che ospitano files… saranno tutti chiusi?

Quindi? Ci ritroveremo a breve senza il filesharing come lo conosciamo? Di conseguenza verranno distribuiti solo contenuti legali, originali e privi di copyright. I file protetti solo a pagamento.
Io sono D’ACCORDO ma togliamo le tasse, vero?

Lo sapete che in ITALIA paghiamo il 5% S.I.A.E. (TASSA STATALE secondaria…) + 21% IVA (TASSA STATALE di 1° livello) di tasse sui dispositivi di memorizzazione?

Io sono per comprare un CD audio di un qualcosa che ascolto.
Sono per comprarmi un DVD video (a 10-15 euro) per un film che vedo (anche 20 euro per un edizione speciale).
Per andare al cinema (ma a 5 euro a persona, non 10 o più come avviene a volte).

Vorrei poter avere una vita che non ti spinge a lavorare oltre 12 ore per poter stare tranquilli…


Riporto di seguito l’articolo preso direttamente da:
http://www.badtaste.it/articoli/lfbi-chiude-megaupload-e-megavideo

Proprio il giorno dopo il colossale sciopero di internet, i federali della Virginia hanno chiuso MegaUpload, e il suo sito gemello MegaVideo, facendo arrestare poi il fondatore Kim Dotcom dalla polizia in Nuova Zelanda (su richiesta americana).

La vicenda di uno dei più popolari siti di filesharing prende quindi una piega drastica, soprattutto perché solo qualche giorno fa Kim Dotcom aveva commentato su TorrentFreak che la sua impresa non doveva preoccuparsi delle accuse di pirateria:

Mega non ha nulla da temere. Il nostro business è legittimo, e protetto dalla DMCA (digital millennium copyright act) e da altre leggi in giro per il mondo. Lavoriamo con i migliori avvocati e stiamo alle regole. Prendiamo seriamente i nostri obblighi legali. Abbiamo molte persone che ci supportano.

E invece oggi il Dipartimento di Giustizia (leggi l’ordinanza) ha fatto oscurare un totale di 18 domini legati alla compagnia, fermando datacenter in Olanda, Canada e a Washington, con l’accusa di aver causato più di 500 milioni di dollari di mancati guadagni all’industria dell’intrattenimento e di aver generato 175 milioni di dollari in danni da “operazioni criminali”. L’FBI starebbe proprio in questo momento facendo irruzione nella sede dell’ISP Cogent Communications per condurre delle perquisizioni legate alla vicenda. L’azione fa seguito alla decisione, da parte della giuria del distretto est della Virginia il 5 gennaio, di accusare le compagnie Megaupload Limited e Vestor Limited di racket internazionale, induzione alla violazione del copyright e induzione al riciclaggio e violazione criminale del diritto d’autore.

Oltre a Kim Dotcom sono state accusati anche Finn Batato (tedesco, 38 anni), Julius Bencko (slovacco, 35 anni), Sven Echternach (tedesco, 39 anni), Mathias Ortmann (tedesco, 40 anni), Andrus Nomm (estone, 32 anni) e Bram van der Kolk (olandese, 29 anni), tutti legati alla galassia Mega come tecnici, sviluppatori e in altre mansioni. Dotcom, Batato e Van der Kolk sono stati arrestati oggi in Nuova Zelanda, gli altri sono ancora latitanti. Rischiano diversi anni di prigione per le varie accuse formulate.

La vicenda farà molto parlare di sè perché i due siti sono popolarissimi, anche tra le star: artisti come Alicia Keys e Kanye West, ma non solo, hanno dichiarato di utilizzarli; il marito della Keys, il rapper Swizz Beatz è peraltro il CEO di Megaupload (ma non viene nominato nelle accuse e il suo portavoce non ha voluto commentare).

Megaupload è il 13esimo sito più visitato di internet e ha 150 milioni di utenti registrati. La galassia Mega da sola occupa circa il 3% della banda internet. Molte persone sono iscritte e pagano regolarmente un abbonamento non solo per il download di file illegali, ma anche (e in diversi casi soprattutto) per utilizzare i servizi di filesharing in maniera legale. Peraltro, Megaupload e Megavideo si stavano preparando a lanciare una serie di servizi assolutamente legali e a dicembre erano stati al centro di una grossa polemica a causa di un video promozionale. Difficile che la vicenda si chiuda qui, anche perché a questo punto siti come Rapidshare e Filestube potrebbero fare la stessa fine: vi terremo aggiornati…

5 Comments

  1. il calcio

    Questo si che è stato un brutto colpo per tutti gli appassionati di film, io ero un fan di megavideo, speriamo torni presto…

  2. Emanuele

    I dati caricati su Megaupload e Megavideo – i siti chiusi dall’FBI lo scorso 20 gennaio – potrebbero essere cancellati a partire da giovedì 2 febbraio. In un documento dell’Ufficio federale dell’Eastern District of Virginia si legge infatti che l’ispezione dei server è terminata e che Carpathia Hosting Inc. e Cogent Communications Group Inc., le due società esterne che si occupavano a pagamento dell’archiviazione dei contenuti, potrebbero procedere con l’eliminazione.

    I siti Megaupload e Megavideo, due delle più popolari e usate piattaforme di file sharing al mondo, erano state chiuse dall’FBI con l’accusa per la società fondatrice dei siti, Megaupload Ltd, con sede a Hong Kong, di aver guadagnato oltre 175 milioni di dollari da attività criminali e provocato perdite per oltre mezzo miliardo di dollari ai detentori dei diritti d’autore. Le autorità avevano anche disposto l’arresto di quattro impiegati dell’azienda a Auckland, in Nuova Zelanda, con le accuse di violazione del copyright e riciclaggio di denaro. Tra loro c’era Kim Schmitz, cittadino tedesco di 37 anni, fondatore e fino allo scorso anno CEO di Megaupload.

    Dopo la comunicazione sulla possibile eliminazione dei dati, Ira Rothken, uno degli avvocati di Megaupload, ha spiegato che i conti bancari della società sono stati bloccati nell’ambito dell’operazione giudiziaria: Megaupload non potrà quindi pagare l’affitto dei server a Carpathia Hosting Inc. e Cogent Communications Group Inc che saranno libere di procedere con la cancellazione.

    In questo modo almeno 50 milioni di utenti del sito (tra i 150 milioni registrati) potrebbero però perdere i documenti, le fotografie o i video privati caricati legittimamente e senza alcuna violazione di copyright.

    E’ triste. Io pago e perdo tutto. E’ come se FLICKR venisse chiuso perché trae guadagno dagli abbonati che pagano. Dovrebbero perseguire con azioni AUTOMATICHE gli utenti che caricano i files copiati ed eliminare alcune tasse che alzano i prezzi dei beni e servizi, è inutile far pagare TROPPO… non tutti hanno i soldi per pagare troppo.

  3. LucaIlMiglior

    La verità è che la pirateria è esistita ed esisterà sempre dai tempi di Napster.
    Tuttavia nel caso di megaupload la cosa era diventata un po’ troppo “semplice”. Non c’era nemmeno bisogno di scaricare un client p2p e il passo per ottenere in pochi minuti un qualsiasi film o album era diventato: “Cerco su google e scarico”. Troppo semplice, quasi insostenibile. In questo modo il sistema era diventato una sorta di “pirateria legalizzata” e non sarebbe potuto durare a lungo. Il futuro della condivisione file sarà KAD, tutti gli altri tentativi prima o poi (quando inizieranno ad assumere proporzioni rilevanti) falliranno miseramente!

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